Ozieri, Sabato 2 Novembre 2024

Maria Teresa Cau - La figura e l'opera

Maria Teresa Cau. La figura e l'opera

A 35 anni dalla sua scomparsa, sabato 24 marzo 2012, alle ore 18,00, sarà ricordata al Teatro Civico la figura e l'opera della cantautrice e poetessa.

Sarà ricordata con una giornata di studio promossa dall'Assessorato alla Cultura, con il patrocinio della Provincia di Sassari e la collaborazione del Settore comunale Promozione Turistica e Culturale e dell'Istituzione San Michele, la figura e l'opera della cantautrice e poetessa ozierese Maria Teresa Cau.

A trentacinque anni dalla sua prematura scomparsa, Sabato 24 marzo alle ore 18, presso il Teatro Civico Oriana Fallaci, la città rende così omaggio ad una delle più belle voci femminili del canto popolare sardo, poetessa e prima cantautrice della Sardegna.

Antonio Canalis storico segretario del Premio Ozieri, dal quale la Cau ebbe una menzione, condurrà un'articolata serata, densa di eventi.

Lo studioso prof. Giovanni Perria, amico e da sempre tra i maggiori conoscitori e estimatori della cantante, presenterà una relazione su "Maria Teresa Cau la figura e l'opera".
Figura ed opere che rivivranno nel ricordo di quanti l'hanno conosciuta e ne hanno apprezzato le grandi doti artistiche e umane.
La lettura delle sue poesie sarà affidata ad Antonio Canalis e a Cristiano Becciu, mentre le sue canzoni rivivranno attraverso la diffusione in sala di alcune delle più belle esecuzioni originali e una riproposizione antologica eseguita da "I Cantori del Logudoro" diretti da M° Salvina Sanna, carissima amica della cantautrice.
«Passat che un'istella 'e mesu notte e lassat un'iscia 'e lughe bella» scriveva Remundu Piras in due versi calzanti, che riassumono la sfortuna ma anche il fulgore di un'artista ancora capace di regalare emozioni.

Maria Teresa Cau. La figura e l'opera



MARIA TERESA CAU

All'età di appena sedici anni, dopo una breve audizione, Maria Teresa Cau (1944 -1977) è chiamata dall'indiscusso re del "canto a chitarra" Leonardo Cabitza a fare parte del "Quartetto Logudoro", nel quale figuravano anche il chitarrista Aldo Cabitza (figlio di Nicolino) ed il fisarmonicista Antonio Ruju.

È al loro fianco che tra il 1961 ed il 1964 Maria Teresa incide per la "Vis Radio" di Napoli (la stessa casa per la quale registrava Claudio Villa) ventiquattro brani di rara bellezza: i memorabili duetti con Leonardo, le fresche interpretazioni in gallurese e quella che è da considerarsi come l'espressione più alta della sua breve, ma intensa carriera artistica: Cantu de s'antiga terra, un tipico canto in Re "a s'othieresa", genere nel quale eccelleva e nel quale le straordinarie qualità vocali appaiono in tutta chiarezza.
"Una voce - ebbe a scrivere un sicuro conoscitore del canto popolare sardo, Giovanni Perria - la cui caratteristica principale e più immediatamente rilevabile, è la dolcezza; una dolcezza resa più penetrante da un costante velo di malinconia. Grazie alla straordinaria elasticità, essa può librarsi superba e sicura verso acuti resi stupendi da indefinibili e seducenti vibrazioni per acquisire poi una morbida scorrevolezza nella calata finale. Una voce intonatissima sempre, ricca di sorprendenti sfumature, che emerge limpida e solare, a tratti squillante da un fondo caldo e fascinoso di chiaroscuro, talvolta intenso e tal altra appena accennato e sfumato".

Quella che riappare nei primissimi anni Settanta è una Maria Teresa più matura e intimista, e i canti non sono più quelli della tradizione folclorica sarda, quantunque la "Tirsu", l'etichetta cagliaritana che la ingaggia per breve tempo, si ostini a intitolare il nuovo album "Folclore di Sardegna".

Malinconia e solitudine, quella sua e quella degli altri, e un disincantato modo di leggere la vita, sono temi ricorrenti della Maria Teresa cantautrice, la prima cantautrice "in limba" della storia del canto sardo.
Il successo non arriva immediatamente e, quasi a volere rendere più morbido un mutamento che il grande pubblico tarda a recepire, viene pubblicata dalla "Aedo", all'interno della collana "Le grandi voci del folklore della Sardegna", una musicassetta nella quale i brani tradizionali si alternano con quelli più innovativi.

Quindici anni dalla sua scomparsa, il Circolo Culturale "Sa Ena" pubblica, in suo ricordo, un box di musicassette contenente numerosi inediti tra i quali Sa notte iscura, considerato il testamento spirituale della cantante.

Qualche anno dopo la città intitola la scuola primaria di Punta Idda in memoria della cantautrice e della Maria Teresa insegnante.



Versione stampabile